Uno speciale gel nelle intercapedini dei doppi vetri o colato nella lastra e ogni superficie vetrata diventa un generatore di energia elettrica.
La scoperta arriva da un’azienda italiana – la ESCO (Energy Saving Company Energy) – società lucana della provincia di Potenza. nata nel 2004 come società di servizi nel campo delle fonti rinnovabili.
LA SCOPERTA
Il gel – una sostanza a base di silicio- è in grado di fornire 300 watt per metro quadrato nel caso di doppi vetri, e 100 watt a metro quadro per superfici singole.
Un pool di ingegneri e biochimici hanno lavorato sull’applicazione natotecnologica, fino a mettere a punto un prodotto a basso costo (circa 2 euro per watt prodotto) e di facile installazione.
Fino a giugno prossimo il gel Esco Energy sarà prodotto in quantità limitate per applicazioni già programmate, mentre la vendita su larga scala partirà dalla seconda metà del 2009.
“La nostra tecnologia – osserva Alessandro Cariani, responsabile del settore ricerche e sviluppo – supera i problemi di impatto ambientale dei pannelli sui tetti e fa restare perfettamente trasparente la superficie dei vetri, contrariamente alle pellicole sperimentate, che provocano l’effetto oscurante.
In pratica – spiega l’ingegnere milanese trapiantato a Bari – con il gel Esco i vetri diventano tante batterie che trasformano in energia elettrica l’energia fotonica”.
La commercializzazione avverrà con la Gdo e soprattutto con la rete dei negozi in franchising: dopo Potenza, il marchio sarà a breve a Roma, Matera, Bari e in Sicilia.
I negozi Esco Energy saranno un vero e proprio market dove trovare risparmio e tecnologie eco computabili: ci saranno le lampade a led, 3 volte più luminose di quelle fluorescenti, e con una durata 10 volte superiore. Ci saranno inoltre le carte prepagate per l’energia elettrica e il gas.
I nostri clienti Esco Energy – promette il manager lucano – potranno risparmiare dal 15 al 20% dei costi per il riscaldamento e l’illuminazione, grazie a una politica di selezione dei fornitori che ci permette di superare le transazioni intermedie e quindi di abbattere il costo finale.