Posts Tagged ‘design’

U*tique Beauty Vending Machine

giovedì, aprile 15th, 2010

U*tique Beauty Vending Machine Interview (video)

In order to create a luxury image, a state-of-the-art and attractive design for the machine was essential. U*TIQUE machines feature a touch-screen interface, interactive LED lighting design, and an internal robot that delivers the products directly to the customers. The touch screen displays brand profiles, ingredient lists, and video demos, thereby enhancing the customer’s shopping experience in a quick and hassle-free way. The products themselves are displayed behind circular and diamond-shaped bubbles, which are programmed to change colors when touched. The machine has been described as “the Ferrari of vending machines” and “retail on demand.” The U*TIQUE shop is positioning itself as a luxury lifestyle brand and is creating a whole new dimension of personal shopping- automated retail. Brand partners include luxury icons like Lancome, Bliss, and Chantecaille. Segal plans on solidifying U*TIQUE’s brand image by placing the machines at boutique hotel lobbies, nightclub lounges, high-end shopping malls and airports. To further enhance their brand positioning, U*TIQUE has strategically partnered with Studio in Fred Segal (a luxury beauty boutique in Los Angeles) for their debut.

Less Packaging ???

mercoledì, aprile 14th, 2010

http://www.lesspackaging.co.uk

“At The Less Packaging Company we love packaging but hate waste.

In 2007, we happened upon some statistics regarding the amount of packaging going into
UK landfill sites.

According to Defra, the UK dumps more than 10 million tonnes of packaging each year; the equivalent weight of 1,360,000 double decker buses or a queue of over 7000 miles! It’s bonkers!

As well as our concern for the legacy we leave for future generations, we also looked at the economic impact. There are 60 million of us in the UK each spending £470 on packaging every year, we wondered why businesses do not take a much closer look at that £28 billion annual total? Would they not rather be returning more of this to their bottom line and shareholders? It’s bonkers too!”

-Packaging design is a Contradictory practice, nowadays we try to make sustainable packaging, but by definition packaging is something Superfluous, packaging is a tool to attract consumers. We are developping packaging design but how to do this in a sustainable direction, how to be sustainable when the only aim is “sell more” ???

Design and the elastic mind

martedì, aprile 13th, 2010

http://www.moma.org/interactives/exhibitions/2008/elasticmind/


This is the web site of a big exhibition at the Moma in New york, about last innovations in international experimental design

Maybe you can find interesting informations….

Victimless Leather- A Prototype of Stitch-less Jacket grown in a Technoscientific “Body”

martedì, aprile 13th, 2010

A new way of production????

Maybe the sciences will allowed us to creat our products in a totaly different way!

http://www.tca.uwa.edu.au/

Take a look on the web site!

The Victimless Leather is grown out of immortalised cell lines which cultured and form a living layer of tissue supported by a biodegradable polymer matrix in a form of miniature stich-less coat like shape. The Victimless Leather project concerns with growing living tissue into a leather like material.

This artistic grown garment will confront people with the moral implications of wearing parts of dead animals for protective and aesthetic reasons and will further confront notions of relationships with living systems manipulated or otherwise. An actualized possibility of wearing ‘leather’ without killing an animal is offered as a starting point for cultural discussion.

…”

“The internet connected body scale”

lunedì, aprile 12th, 2010

Sempre più verso “l’internet of things” nella dimensione quotidiana del vivere.

Questo prodotto già in commercio è un sistema che comunica con i dispositivi wireless e presumibilmente permette di monitorare il proprio peso con tutte le possibili implicazioni che questo tipo di servizi (vedi Wii Fit) implica.

Sarà davvero interessante seguire il processo che trasforma i comuni oggetti quotidiani in oggetti aumentati. Credo sia stimolante ragionare in termini di potenzialità degli oggetti ancora non espresse. Pensare ad una  bilancia che si trasforma in un personal trainer è un modo per aprire le porte ad un mondo molto stimolante di interazioni fra oggetti e persone. Possibilmente designer come noi saranno chiamati ad esplorarlo dando il via ad una sorta di seconda giovinezza del design.

Quando rifletto su questo scenario mi sento come la prima volta su internet: con uno strano senso di vertigine ma molto fiducioso.

Google Power Meter

sabato, aprile 10th, 2010

Segnalo questa iniziaiva di google:

Google PowerMeter is a free energy monitoring tool that allows you to view your home’s energy consumption from anywhere online”

Crowdsource safety

venerdì, aprile 9th, 2010

In questi giorni la rete mi ha condotto alla scoperta di uno di quei termini che oltre a fare di per sè tendenza, può forse prospettare un nuovo modo di guardare a tematiche molto estese come ad esempio la sicurezza nel territorio urbano oppure semplicemente tornarci utile ai fini di una buona consegna.

Riporto brevemente il post di Robin Chase -CEO di Zipcar- tratto dal suo blog  che mi ha ispirato questa riflessione, mentre il post integrale lo trovate qui:

“For all the billions of dollars (and hours of time) spent on airline safety, the actual take down of Umar Farouk Abdulmutallab was by people in the plane. It was adjacent people, using common sense and common reactions, that foiled the plan.[...]
Do I really think that civilians should be trained to disarm terrorists in flight? No. But it does seem to me that these passengers are likely one of the best lines of defense. [...]
After Katrina, we understood that what was really needed was existing on-the-ground communications, owned, operated, and understood by regular people [...]“

Molti di noi avranno accuratamente soppesato la partecipazione dal basso rispetto le tematiche che stanno sviluppando.

Personalmente rispetto la mobilità urbana il tema della sicurezza nella molteplicità delle sue manifestazioni sta prepotentemente emergendo dal contesto (contrariamente alla mia volontà).

Cosa succederebbe se prima che per bisogno i cittadini collaborassero fra loro creando una rete di prevenzione?

Su questo Blog che si occupa specificatamente di crowdsource viene affrontato il tema del road safty.

L’autore riassume le principali cause legato all’elevato numero di incidenti stradali riferendosi agli Usa in quattro categorie:

Driver Behaviour

Driver Impairement

Road Design

Vehicle Design and maintainance

Alcuni esempi possono essere interessanti e li torvate qui.

L’idea che mi sono fatto riguarda il prevalere almeno due dimensioni sulle altre: la prima, legata al mondo del role gaming rivolta cioè alla socialità. Questo scenario è favorito dalla possibilità di scambiare dati che possono facilmente essere convertiti in “Skills” ed avviare così la ricerca del punteggio migliore. Ci ha già pensato Honda con Insight hybrid, sviluppando una sorta di gioco installato direttamente nell’auto ed accessibile attraverso un pulsante sul cruscitto che guida gli utenti ad un uso consapevole del mezzo con tanto di classifiche aggiornate in tempo reale e così via

La seconda già citata è quella rivolta alla prevenzione. Il SN Ushahidi che cito principalmente per pigrizia, ma che  in realtà si occupa più specificatamente di tematiche legate alle crisi umanitarie, offre una piattaforma partecipativa attraverso la quale gli utenti postano le loro testimonianze, e poichè vissute direttamente spesso risultano molto affidabili e precise. Qualcosa di molto simile al citizen journalism ma in forma contratta e più rivolta alla creazione di una mappa/grafico accessibile a tutti.

Tempo fa, in concomitanza con l’irrigidimento delle sansioni a carico di chi guida in stato di ubriachezza reale o presunta -con l’indice di tasso alcolico consentito sempre più tendente allo zero- venivano incessantemente trasmesse in televisione le pubblicità statali nelle quali si santificava il martire che al finire della serata riportava a casa tutti sani e salvi, sacrificando cioè quel bicchierinoche comporta un elevato fattore di rischio.

Io non ne ho mai conosciuti, ma nessuno mi impedisce di immaginare per loro una sorta di raccolta punti con magari qualche premio alla fine, come già accadeva tempo fa con i biglietti per le discoteche se si risultava “puliti” al test del palloncino: il bastone e la carota!

La rete di prevenzione dunque potrebbe facilmente assumere i connotati di mezzo per una maggiore socializzazione e per sua natura è trasversale a molte tematiche riguardanti la sicurezza in città.

Propongo dunque di creare un elenco di casi ed idee!

Mi riferisco a quanti di voi hanno nella propria mappa il termine Safty e/o le sue declinazioni che in qualche modo offrono un elemento di collegamento fra i servizi che ci apprestiamo a realizzare.

The connected bus

giovedì, aprile 8th, 2010

Quello che vedete è il progetto pilota del grande autobus cittadino imbastito di tecnologia wireless nato dalla partership tra Cisco e la città di San francisco.

Il progetto rientra nel programma Connected Urban Development e precisamente corrisponde all’area denominata CTP ovvero connected public transport, ed il resto vien da sè.

Mi permetto un piccolo appunto sulle possibilità di questo progetto sicuramente ancora in fase di sviluppo,  ma leggendo il pdf con i punti chiave ed i benefici , sembra che l’area in assoluto più trascurata sia la comunicazione al di fuori dal veicolo da e verso i cittadini. Sembra anzi che questo progetto voglia focalizzarsi su un potenziamento quasi esclusivamente tecnologico del veicolo a scapito della componente organizzativo del servizio.

Ad esempio: quale sarà il destino delle aree di attesa (le vecchie banchine) se è possibile comunicare con il velicolo in qualsiasi punto della città? Ed ancora, forse si potrebbe agevolare il passeggero accompagnandolo al punto più vicino al luogo di interesse, anzicchè doverlo abbandonare alla fermata più vicina che potrebbe rivelarsi comunque lontana centinaia di metri.

Forse con un pò di immaginazione si potrebbe visualizzare il futuro dei mezzi pubblici su asfalto molto lontano dalla attuale concezione di “linea”.  Si potrebbe ad esempio pensare ad itinerari dinamici a seconda della richiesta effettive,  mediate da un sistema di geolocalizzazione che avvisa i passeggeri di prepararsi a scendere nell’area più vicina rispetto le loro richieste. Questo cambierebbe molte cose, ma soprattutto sfrutterebbe l’enorme quantità di dati in entrata e uscita che l’autobus sarebbe capace di gestire.

Poi c’è un passaggio nel video (lo trovate in coda) che mi turba più di quanto dovrebbe: la prospettiva di avere mezzi pubblici senza autista automaticamente mi fa guardare con tenero trasporto ai mezzi a pedale.

Video di presentazione esteso del progetto.

Connected Urban Development

giovedì, aprile 8th, 2010

CUD video presentazione

San Francisco, Amsterdam,  Seoul, Birmingham, Hamburgo, Lisbona, e Madrid fanno parte di un progetto ad ampio raggio nato circa quattro anni fa, una collaborazione attiva fra il gruppo Cisco, Mit mobile Experience Lab e le municipalità (patrocinata dal ClintonGlobal Initiative) per mettere a servizio dei cittadini e dell’ambiente le competenze tecnologiche sviluppate dai vari attori.

Sinteticamente i punti progettuali sui quali verte il progetto nella sua integrità sono quattro:

1_ Fornire servizi per i residenti

2_Gestire il flusso di traffico

3_incentivare l’utilizzare i mezzi pubblici

4_Gestire le risorse immobiliari

Nello specifico l’area del progetto sviluppata attorno al tema della mobilità è composta da tre macroaree ognuna declinata in più punti:

1_Connected public transit (CTP)

2_Personal travel assistant (PTA)

3_Smart transportation Pricing (STP)

L’idea trainante è quella di creare un network che renda possibile lo scambio di dati dentro e fuori le città, e che queste siano costantemente connesse l’un l’altra per generare l’offerta di servizi sviluppate dai diversi progetti pilota che sono (riguardanti il tema della mobilità):

The connected Bus -> San Francisco

Personal Travel Assistant -> Amsterdam, Seoul

Smart Trasportation Pricing -> Seoul

Il progetto ha in realtà dimensioni mastodontiche e raggiunge praticamente ogni attività riconducibile al tessuto urbano. Non mi prolungo ad elencare gli altri argomenti trattati limitandomi a postare questo articolo in tutte le categorie del blog…

Questo il labirintico (ma accessibilissimo) link del sito ufficiale.

Questo il link del Blog.

The copenhagen wheel

mercoledì, aprile 7th, 2010

Carlo Ratti, direttore associato del Sensible City Lab definisce TCW una rivoluzione capace di ridefinire la categoria e trascinarla alle soglie del  Biking 2.0, reinventando un mezzo che diventa ideale per vivere in città.

Una riflessione giunge in questo contesto quasi spontanea: forse la rivoluzione degli smartphone, dei social network e di quant’altro permette di raccogliere e distribuire informazioni in modo semplice e gratuito ha forse raggiunto la maturità adeguata per trasferirsi negli oggetti di uso comune amplificandone così potenzialità e vantaggi.

TCW permette infatti di sfruttare i dati raccolti dalla ruota così da mappare l’area metropolitana in base tasso di CO, NOx, traffico, rumore raccolti dagli utenti semplicemente percorrendo le strade della città.

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