Archive for the ‘articoli’ Category

“The internet connected body scale”

lunedì, aprile 12th, 2010

Sempre più verso “l’internet of things” nella dimensione quotidiana del vivere.

Questo prodotto già in commercio è un sistema che comunica con i dispositivi wireless e presumibilmente permette di monitorare il proprio peso con tutte le possibili implicazioni che questo tipo di servizi (vedi Wii Fit) implica.

Sarà davvero interessante seguire il processo che trasforma i comuni oggetti quotidiani in oggetti aumentati. Credo sia stimolante ragionare in termini di potenzialità degli oggetti ancora non espresse. Pensare ad una  bilancia che si trasforma in un personal trainer è un modo per aprire le porte ad un mondo molto stimolante di interazioni fra oggetti e persone. Possibilmente designer come noi saranno chiamati ad esplorarlo dando il via ad una sorta di seconda giovinezza del design.

Quando rifletto su questo scenario mi sento come la prima volta su internet: con uno strano senso di vertigine ma molto fiducioso.

Robots

lunedì, aprile 12th, 2010

Su Boston.com/Big pictures che pubblica giornalmente gallery fotografiche sempre molto aggiornate sui temi attuali. ne ha recentemente pubblicata una che illustra alcuni progetti di robotica avanzata tratti dai centri di ricerca di tutto il mondo.

Spiccano fra tutti -almeno a mio avviso- quelli sviluppati per l’esercito (presumibilmente) statunitense.

Si tratta di mezzi da guerra che non hanno più bisogno di pilota neppure in remoto, ma capaci di muoversi e pattugliare un’area autonomamente e chissà cos’altro, raggiungendo così quell’agognato e sofferto traguardo in cui le “guerre saranno combattute da macchine”, ma non è lo stesso per i morti

La sola visione di questi veicoli di morte mi inquieta. Penso ad esempio ai droni statunitensi, a tutta la cronaca nera che sono stati capaci di generare negli ultimi mesi.

Piccoli aerei senza pilota che nessuno controlla davvero se non qualche avanzatissimo sistema di georeferenziazione però ancora incapace di distinguere fra civili e soldati, fra vita e morte.

Forse questo è uno di quegli attuali scanari che le moderne tecnologie stanno tracciando, o l’hanno già fatto. Ritorno poi alla cronaca recente, a quel video girato a bordo dell’elicottero statunitense  nel quale i soldati scambiano alcuni civili dotati di tele obiettivi per guerriglieri armati di lanciarazzi. “Well it’s their fault for bringing their kids into a battle.” dirà il soldato dopo che avranno estratto dalla carcassa del van mitragliato il corpo di due bambini.

A questo punto posso solo augurarmi che la tecnologia faccia meno errori, e null’altro.

Mezzi di trasporto individuale in città proposte dalla SEGWAY

lunedì, aprile 12th, 2010

Si tratta di mezzi di trasporto elettrico  individuale a due ruote per spostarsi in città (uno dei progetti della SEGWAY). In corrispondenza ai spostamenti sulle lunghe o corte distanze
vengono proposte P.U.M.A. (Personal Urban Mobility & Accessibility) e PT (Personal Transpo). L’ultimo link da la possibilità di vedere se il PT può essere adattato all’esigenze del utente in mobilità.

Città strutturate come un cervello

lunedì, aprile 12th, 2010

Città strutturate come un cervello

Vi propongo un articolo che parla di uno studio effettuato da Mark Changizi dell’Istituto Politecnico Rensselaer di Troy, negli Stati Uniti ha portato alla luce una sorprendente somiglianza nel modo in cui un cervello dei mammiferi avanzati ed una città si modificano ed evolvono diventando più complessi, affrontando il difficile problema del mantenimento di una interconnessione efficiente.
Mi ha colpito il paragone della crescita dell’area della corteccia e del numero di sinapsi con l’aumento e sviluppo dell’infrastruttura della città…

Magari qualcuno aveva già letto qualcosa al riguardo?

Su Internazionale di oggi

venerdì, aprile 9th, 2010

Buon giorno a tutti,

su Internazionale di oggi, che come ogni venerdì illumina d’immenso ogni edicola piccola e grande, si discute di:

Salute: “Il lato buono della depressione”

Rifiuti: “I rifiuti dei paesi ricchi bruciano ad Accra”

Naturalmente la rivista affronta oltre a queste numerose altre tematiche attualissime, pubblicando tradotti in italiano articoli scritti da grandi firme internazionali e non, per i giornali di tutto il mondo. E questo è il bello!

Ecco il sommario del numero 841!

Il sito ufficiale

Su Nova24 di oggi

giovedì, aprile 8th, 2010

Buon giorno a tutti,

su Nova24 “appena” uscito in edicola con il Sole 24 Ore e “fumante” fra le mie mani, stamattina  si discute di:

a) La terza dimensione del suono: i sistemi binaurali

b) I treni ad alta velocità (Le ferrovie dello stato da questo mese adotteranno la banda larga sui treni Freccia Rossa)

c) Reti di Città salvaclima, la salvezza locale del clima globale

d) L’html5 e la riorganizzazione del sistema del sistema del video (sottotitolo: Apple e Google boicottano Adobe…e fanno anche bene)

e) Milano 3.0 e i 10 progetti di giovani creativi.

f) Foursquare e Gowalla,i due principali location-based social network a confronto

Apre le danze Bruce Sterling raccontando le inefficienze dei moderni sistemi di archiviazione dal punto di vista storiografico, causa di costante migrazoine di file da un supporto all’altro per sfuggire all’obsolescienza dei sistemi di lettura.

…A qualcuno interessa??

Il futuro dei Media

martedì, aprile 6th, 2010

Pew Research Center dedica un esauriente analisi sulla situazione dei media, soffermandosi sui trend emergenti e previsti, restituendo una visione chiara di quanto i new media siano stati capaci di fagocitare ogni altro canale comunicativo tradizionale.

Microblogging: un blog in 140 caratteri

giovedì, novembre 20th, 2008

E’ la moda del momento: il microblogging sta prendendo sempre più piede, anche qui da noi, tanto che nei mesi scorsi si è addirittura tenuto un barcamp (una non-conferenza) sul tema. Ma cos’è il microblogging?

Il microblogging, stando a Wikipedia, “è una forma di pubblicazione costante di piccoli contenuti in Rete, sotto forma di messaggi di testo (normalmente fino a 140 caratteri), immagini, video, audio MP3 ma anche segnalibri, citazioni, appunti. Questi contenuti vengono pubblicati in un servizio di Social Network, visibili a tutti o soltanto alle persone della propria community”.

Si tratta quindi di un’evoluzione rispetto ai blog tradizionali: se nel nostro blog possiamo scrivere quanto ci pare, col microblogging l’essere stringati e saper riassumere in micro-contenuti il nostro messaggio diventa fondamentale.

Uno dei protagonisti indiscussi di questo fenomeno è Twitter (del quale abbiamo già parlato in questo articolo). Nato nel luglio 2006 si è subito imposto all’utenza per la sua facilità d’uso e per l’immediatezza delle informazioni: in 140 caratteri (aggiornabili anche via SMS) è possibile raccontare una storia, seguire le news delle principali testate online o anche solo raccontare in “miniracconti” la propria giornata ad amici e “followers”.

Anche Barack Obama, presidente eletto degli Stati Uniti, ha un account Twitter che è riuscito a raccogliere durante la campagna elettorale oltre 132.000 followers (un follower è una persona che decide volontariamente di seguire i tuoi update), ne abbiamo parlato anche in un articolo dedicato all’importanza del Web 2.0 nella campagna elettorale USA. Un fenomeno inarrestabile, che sta contagiando anche i politici di casa nostra (vedi colonna di destra).  

Altro servizio, più simile ad un blog che ad un microblog è tumblr. Tumblr permette di aprire un mini-blog in pochissimi minuti. Grazie poi ad uno speciale pulsante da salvare nei preferiti del nostro browser (in gergo tecnico si tratta di un “bookmarklet”) possiamo inserire nel nostro tumblr foto, testi, video, audio e qualunque altra cosa ci possa interessare con pochissimi click del mouse.  

Inevitabilmente, dopo il successo di servizi precursori come Twitter e Tumblr sono arrivati decine di servizi simili, che a volte si limitano a copiare le funzionalità di uno o dell’altro mentre a volte le integrano, creando servizi nuovi ed innovativi.

Esempio italiano di integrazione in questo campo è Meemi, che fa del meme l’unità minima di informazioni che gli utenti scambiano tra di loro. Un meme è una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, sempre secondo Wikipedia.

Su Meemi oltre alle varietà di memi (testuali, audio, video, ecc…), sono a disposizione dell’utente i canali (molto simili ai tag) e la fonte per condividere o collezionare un nuovo micro contenuto.

Come raccapezzarsi in questo mare di servizi tutti simili tra loro? Quale usare? Quale invece scartare? Beh, la domanda è difficile e una risposta univoca non c’è. I servizi di microblogging seppur simili tra loro attirano diverse fasce d’utenza divise per nazionalità, o anche per “educazione”: ci sono piattaforme dedicate al semplice divertimento e piattaforme più “serie” dove messaggi come “vado al bagno” sono più difficilmente accettati. L’unico modo per capire quale servizio è più adatto a noi è provarli, se non tutti almeno qualcuno.

Capitali di conoscenza:Alla ricerca delle “città illuminate”

martedì, novembre 18th, 2008

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California, shock da terremoto

martedì, novembre 18th, 2008

A COSA si troverebbero di fronte i superstiti del Big One, se il grande terremoto investisse la California? Questa domanda è il punto di partenza del progetto “AfterShock”, promosso dall’Institute for the Future di Palo Alto, in collaborazione con gli studenti dell’Università di Design di Pasadena. Quello dell’Iftf è il primo studio dedicato alle reazioni della società civile, dopo le tante ricerche eseguite per rilevare le conseguenze di un evento di queste dimensioni sulle infrastrutture e sull’economia.

Partendo dalle analisi dello Us Geological Survey, che provano a descrivere le città fondate sulla faglia di San Andreas il giorno dopo una scossa sismica del 7,8 grado della scala Richter, i ricercatori californiani hanno organizzato un alternate reality game, in cui invitano circa cinquemila soggetti ad immaginare la loro vita nelle metropoli distrutte. Dati sulle riserve d’acqua, richieste per i familiari dispersi, novità sullo stato delle strade, ogni informazione può essere utile per resistere in attesa dei soccorsi. Tutti i “superstiti” devono raccontare la loro storia sul sito ufficiale del progetto, tentando, se riescono, di fornire aiuto a chi ne ha bisogno, partendo magari da come in passato hanno affrontato un terremoto, esperienza non rara a Los Angeles e dintorni.

Il gioco è iniziato il 13 novembre alle 10 del mattino, subito dopo la fine del Great Southern California ShakeOut, la più grande esercitazione anti-terremoto che ha coinvolto le forze dell’ordine e milioni di cittadini in tutto lo stato americano. Ma se per la maggior parte di loro la routine è ripresa normalmente, dopo qualche minuto di permanenza sotto la scrivania, i volontari di AfterShock continueranno per le prossime quattro settimane a popolare uno scenario post-apocalittico, affrontando prove nella vita reale e in quella virtuale.

L’aspetto più interessante di questo esperimento è l’originale uso fatto di una vera e propria forma di narrazione nata recentemente: gli “Alternate Reality Games” (Arg), giochi che si sviluppano in parte su internet e in parte nella realtà. Ideati come forma di marketing virale, gli Arg hanno appassionato una vasta platea di spettatori-giocatori della rete. Il primo prodotto di questo genere può essere considerato “The Beast”, creato da Microsoft per promuovere il film di Spielberg “A. I. Intelligenza artificiale”, e in cui i partecipanti dovevano risolvere degli enigmi dipanati tra centinaia di siti web realizzati per l’occasione per scoprire dei retroscena della pellicola. Grazie al successo ottenuto da “The Beast” nel 2001, sono nati in rapida successione progetti simili basati su serie televisive come Lost o su videogiochi come Halo 2. Dalle sponsorizzazioni di prodotti commerciali al debutto nel sociale il passo è stato breve: il progetto AfterShock arriva un anno dopo “World without Oil”, simulazione di un mondo senza più petrolio. L’unica particolarità dei cosiddetti “Serious Arg” è il premio: non un’anticipazione della trama di un telefilm di successo, ma consigli utili per la sopravvivenza.